Le fiabe, si sa, sono strutturate sempre e più o meno nello stesso modo, anche se cambiano i personaggi e la trama. C’è sempre un protagonista buono che deve superare una serie di prove complesse che gli sono interposte da un cattivo, ma alla fine il bene trionfa. È ben che ai bambini si leggano fiabe intrise di streghe, mostri, orchi e draghi, anche se possono sembrare inquietanti, in realtà sono essenziali per lo sviluppo emozionale dei bambini e soprattutto scardinano, un po’, quella vecchia credenza del mondo fiabesco come realtà in cui il male sia assente.

Le fiabe hanno origine sin da tempi antichissimi, nate non per l’intrattenimento dei piccoli ma per tutti, anche e soprattutto per gli adulti e avevano l’obiettivo di far riflettere su vizi, virtù, comportamenti giusti e su quelli sbagliati, mostrando che quando una persona persegue il bene con costanza e con onestà riesce a raggiungere i suoi obiettivi ed a vincere sul male. Le fiabe sarebbero quindi vere e proprie maestre di vita e strumento per far fronte a separazioni e traumi, come l’ingresso al nido, all’asilo, a scuola o altri piccoli fatti quotidiani.

Attraverso l’identificazione con i personaggi, siano essi principi e principesse, animali, gnomi o fate, come giustamente sostengono gli autori, le fiabe aiutano a entrare in contato con i problemi della vita, insegnando la coesistenza del bene e del male in ogni azione umana. Solo così si possono aiutare figli, nipoti e alunni in una crescita armonica

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