Se ad oggi proviamo a pensare a una poesia o ad una raccolta di poesie, inevitabilmente pensiamo a qualcosa di ostico, vetusto, noioso e poco piacevole. Il mercato della poesia italiana, infatti, è poco produttivo a causa della domanda quasi assente. Il massimo sforzo che si riesce a compiere si ravvisa tra citazioni sui social e Baci Perugina. E diciamocela anche un’altra verità: la nostra verve citazionista propende più verso la lingua inglese, quasi fosse sinonimo di auctoritas.

Il compito della poesia non è quello di andare incontro ai gusti del grande pubblico ma di nutrire. La poesia difficilmente si riesce a ridurre a mera merce. La poesia dovrebbe essere un modo per risintonizzarci con noi stessi, per imparare ad ascoltare l’incomprensibile, l’indecifrabile.

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